La nostra storia per non dimenticare
La prima sezione socialista e il primo martire di Filo
Nel 1985, a Filo, iniziarono a riunirsi i primi nuclei organizzati che aprirono la strada alla formazione di una nuova coscienza civile tra le classi del proletariato agricolo e operaio.
Nello stesso anno si costituì la Lega dei braccianti.
Il primo organizzatore e animatore fu il socialista Giovanni Mezzoli di Filo, fondatore della prima sezione socialista, che verrà assassinato con una fucilata all’età di 25 anni, il 24 luglio 1896.
Il grande sciopero del 1907
A seguito della rottura di un accordo, stipulato nel 1906 nella provincia di Ferrara tra la Lega dei braccianti e i proprietari terrieri, da parte del proprietario terriero di Filo, Tamba Diotallevio, il 3 marzo 1907 iniziò nel basso argentano uno sciopero che durò ben tre mesi e che si concluse il 3 giugno 1907.
Il governo mobilitò l’esercito a tutela dei proprietari terrieri inviando sui luoghi dello sciopero truppe di cavalleria, fanteria, bersaglieri e carabinieri.
Le famiglie degli scioperanti ad un certo punto erano stremate e ben 1200 bambini del comune di Argenta, figli degli scioperanti, furono ospitati da altre famiglie delle provincie vicine, ma anche del Veneto e della Lombardia.
Molte dei bambini che dovettero partire erano di Filo e i primi fecero il ritorno a casa il 9 giugno di quell’anno.
Le violenze fasciste e il massacro di Vincenzo Antonellini
La sera dell’8 aprile 1922 una squadra di fascisti proveniente da Argenta arrivò a Case Selvatiche e irruppe nel circolo ricreativo dove la gente si ritrovava per giocare a carte e per passare qualche ora assieme.
Senza alcun motivo cominciarono a distruggere il locale e a bastonare i presenti, tra cui Vincenzo Antonellini, che aveva 58 anni e morì il 10 aprile 1922, dopo 40 ore di agonia.
L’anno prima ad Argenta era stato massacrato il capolega dei braccianti Natale Gaiba e l’anno successivo verrò ucciso a bastonate il parroco di Argenta Don Giovanni Minzoni.
La nascita del Partito comunista a Filo.
Nel 1927 cominciò a formarsi i primo nucleo di comunisti filesi.
Nel novembre del 1930 vennero arrestati 21 giovani di Filo, aderenti o simpatizzanti del partito comunista che costituivano la cellula comunista di Filo d’Argenta (come è scritto nel fascicolo del Casellario Politico Centrale), aderente alla Federazione di Faenza.
I nomi degli arrestati erano i seguenti:
Antonioli Mario, 22 anni
Banzi Guerriero, 17 anni
Banzi Tarcisio, 20 anni
Battaglia Ivo, 19 anni
Bonora Guerrino, 18 anni
Diani Luigi, 21 anni
Geminiani Vito, 20 anni
Luciani Amaldo, 21 anni
Martinelli Olao, 21 anni
Matulli Giovanni. 21 anni
Minghetti Emilio, 19 anni
Mondini Federico, 18 anni
Natali Bruno, 19 anni
Tarozzi Irpio, 20 anni
Tebaldi Tancredo, 19 anni
Toschi Giuseppe, 19 anni
Tirapani Anteo, 18 anni
Vandini Guerriero, 18 anni
Veduti Adino, 18 anni
Veduti Enzo, 17 anni.
Pochi giorni prima dell’arresto dei filesi era stato arrestato Babini Mario, di Giovecca, sposato con Natali Rosina di Filo, che poi si trasferirà nel nostro paese e sarà assassinato dai fascisti il 6 maggio 1944 a Giovecca (RA).
Verrà decorato alla memoria con la medaglia d’argento al valor militare. Aveva partecipato alla Resistenza con il grado di capitano.
I comunisti di Filo d’Argenta, per onorare la Sua memoria, gli dedicheranno il nome della sezione.
I giovani filesi saranno processati, e molti di loro condannati, dal Tribunale speciale per la difesa dello stato, il 29 aprile 1931 a Roma, con l’accusa di “costituzione del Partito comunista italiano, appartenenza allo stesso, propaganda”.
La pena più pesante verrà inflitta a Giovanni Matulli: 4 anni di reclusione oltre a 4 anni di vigilanza speciale di pubblica sicurezza.
10 giugno 1940 l’Italia entra in guerra al fianco della Germania.
Il 25 luglio del 1943 cade il regime fascista, viene arrestato Mussolini che sarà poi liberato dopo pochi giorni da un commando di paracadutisti tedeschi aprendo la strada alla costituzione della Repubblica Sociale Italiana.
Una parte del paese si schiera contro la Repubblica Sociale, alleata dei tedeschi che nel frattempo avevano invaso l’Italia.
In quei giorni nasce la lotta di Resistenza che segnerà il riscatto civile dell’Italia.
Alcuni giovani filesi scelgono la strada della lotta clandestina e si uniscono alle formazioni partigiane che operano nell’Appennino tosco-emiliano.
Mario Guerra, Ainis Tirapani e Pietro Liverani furono uccisi combattendo nelle fila della Resistenza.
Nei Balcani, Raimondo Rossi perse la vita combattendo contro i tedeschi.
Le date che non vanno dimenticate.
Il 2 marzo 1944, dopo due giorni di agonia, muore Agida Cavalli.
Agida Cavalli era la madre di Guerriero Vandini, uno dei giovani comunisti arrestati nel novembre del 1930.
Nella notte tra il 28 e 29 febbraio una squadra della Milizia Volontaria della Sicurezza Nazionale era arrivata a Filo ed aveva fatto irruzione nell’abitazione della famiglia Vandini per prelevare il figlio Guerriero, che era nell’elenco degli schedati di Filo.
La madre, preoccupata per le sorti del figlio e per favorirne la fuga, non esitò di fare scudo con il proprio corpo e venne colpita da una raffica mortale.
Ad Agida è dedicata la piazza principale del paese di Filo.
8 settembre 1944: la rappresaglia tedesca.
Nella notte del 7 settembre, nell’area dove sarà costruito l’edificio che attualmente ospita le scuole elementari, in uno scontro tra partigiani e tedeschi uno di questi rimane ucciso.
La rappresaglia tedesca sarà immediata e feroce.
I tedeschi prendono in ostaggio 21 filesi e 10 di questi il giorno seguente saranno fucilati: 5 sul Ponte Bastia e gli altri 5 nella via centrale del paese.
I loro nomi:
Andalò Casimiro Beppino
Bolognesi Alfredo
Bellettini Alfonso
Coatti Antonio
Diani Felice
Marconi Guglielmo
Matulli Luigi
Nuvoli Enrico
Quattrini Amerigo
Soatti Arturo
14 Aprile 1945 – Filo è libero!
Il 14 aprile 1945 era una giornata di sole quando a Filo arrivarono le truppe inglesi.
Ininterrottamente per 3 giorni l’avanzata delle truppe inglesi era stata preceduta da intensi bombardamenti che causarono la morte di 95 civili, tra cui una ventina di ragazzi con età inferiore ai 14 anni, e dove molti di loro erano ancora dei fanciulli.
A queste vittime civile ne seguiranno altre dopo la fine della guerra per lo scoppio delle mine che erano state disseminate nei terreni.
I filesi morti a causa della guerra sono stati, in totale, 168 di cui 127 civili.
17 maggio 1949 viene uccisa Maria Margotti
Maria Margotti era nata a Filo d’Alfonsine il 17 aprile 1915 , madre di due figlie, rimasta vedova lavorava come operaia alla fornace di Molino di Filo.
Morì il 17 maggio 1949 al Ponte Stoppino, tra Argenta e Molinella, colpita da una raffica di mitra sparata da un carabiniere mentre partecipava a uno sciopero contro il crumiraggio.
Maria Margotti è il simbolo delle nostre lavoratrici, che sono state le vere protagoniste delle battaglie per i diritti del lavoro, per l’occupazione, per il riscatto dei più deboli e che, con il loro esempio, hanno insegnato alle nuove generazioni il significato della solidarietà.
Le lotte dei braccianti
Le lotte dei braccianti continuarono negli anni successive e proprio dalle quelle lotte e dai sacrifici di quei lavoratori si aprì un nuovo capitolo nella storia economica e sociale del paese di Filo contribuendo in tal modo alla nascita e allo sviluppo della cooperazione agricola alimentando non solo delle speranze ma migliorando concretamente le condizioni di vita e di lavoro per tanti lavoratori.
L’interprete e il principale artefice di quella feconda stagione che riuscì a coniugare il lavoro, lo sviluppo del territorio con il valore della solidarietà sarà Giulio Bellini, un dirigente stimato ed amato dai filesi.
Il Partito Comunista
Il partito che più di altri interpretò i bisogni della gente, le aspirazione dei lavoratori e della comunità è stato il PCI/Pds che a Filo fu capace di costruire una grande forza organizzata, molto radicata al territorio al punto di riuscire ad avere un consenso elettorale pari al 78 per cento a Filo di Argenta e all’ 85 per cento a Filo d’Alfonsine.